Trame corporali intessute nella terra - Permanenza
La terra può polverizzarsi, elevarsi e diventare aria. Ogni corpo che cade è intessuto nella materia, la stessa di cui è composto. Un'energia magica che lo rende eterno.
Nella sua pressione e nelle sue fratture, trova la forza di respirare, in qualsiasi superficie.
Nel suo essere scomposto e ricurvo, egli si proietta verso un invisibile del quale non sappiamo nulla.
Si radica in noi, avvinto come una pianta d'edera, nella sua permanenza, nel suo ricordo perpetuo.
Egli vive nonostante tutto, con i suoi resti, con ciò che rimane.
Il movimento che lo accompagna è quello di una vita traboccante, inesauribile, che lo polverizza e lo eleva.
Un organismo di segni può espandersi, partire dai suoi nuclei e ramificarsi fino a creare un filo di giunzione tra le cose,
vicine e lontane.
Un fiume rosso, elemento naturale e del pensiero, raccoglitore di elementi, che scorre inevitabilmente.
Il movimento di un corpo si scontra e si incontra...
Ondeggia in uno spazio vuoto, impossibile, che si porta dentro.
Cadendo e risalendo
il suo respiro.
Solidificazione dei corpi - Divinizzare
Il corpo, nel suo stato di non-presenza, rigidità e letargia, soggiace alle leggi della decomposizione.
L'unico modo per ricomporlo è ricordarlo, incastrarlo in una forma apparentemente solida, perfetta.
Un'incoronazione che prevede una presenza costante, in modo che il ricordo non scivoli via.
Le sue membra sono significative, alcune più importanti di altre.
Scardinando e scegliendo ciò che conta di più, si scalfisce la sua solidità, come fosse destinata a una lenta digestione.
I pochi resti, amplificati, sono un acceleratore di presenza, di contatto lontano e immaginato.
Il desiderio di toccare la forma a cui si aspira è forte, ma è tanto più importante non riuscirci, continuare a porvisi davanti, a sbatterci contro, idealmente. Tenendosi pronti a contemplarla allo stesso modo.
Divinizzare è cercare nell'altrove la propria sopravvivenza.
Il corpo, nel suo stato di non-presenza, rigidità e letargia, soggiace alle leggi della decomposizione.
L'unico modo per ricomporlo è ricordarlo, incastrarlo in una forma apparentemente solida, perfetta.
Un'incoronazione che prevede una presenza costante, in modo che il ricordo non scivoli via.
Le sue membra sono significative, alcune più importanti di altre.
Scardinando e scegliendo ciò che conta di più, si scalfisce la sua solidità, come fosse destinata a una lenta digestione.
I pochi resti, amplificati, sono un acceleratore di presenza, di contatto lontano e immaginato.
Il desiderio di toccare la forma a cui si aspira è forte, ma è tanto più importante non riuscirci, continuare a porvisi davanti, a sbatterci contro, idealmente. Tenendosi pronti a contemplarla allo stesso modo.
Divinizzare è cercare nell'altrove la propria sopravvivenza.
Fiume - Compianto
La sua materia o meglio
la sua polvere...
Come potrebbe un corpo
respirare altrimenti?
Come potrebbe pensare
di sopportare
quel vuoto denso al quale
non può sfuggire?
Come ritrovare calore in uno spazio
siderale, freddo, impossibile?
Come se dicesse...
Ho bisogno che tu sia qui
davanti a me,
con la tua materia.
So che sei là, e so che non ti posso
raggiungere, toccare.
Ma la tua presenza qui,
quello che resta,
quello in cui ti ho incatenato,
continua a farti vivere.
Così io posso protendere
verso di te,
senza mai raggiungerti.
Ma il mio desiderio non svanirà,
perché sarà alimentato
ogni giorno,
dalla tua assenza.
Materia - Polvere - Respirare - Sopportare - Vuoto - Calore - Impossibile - Bisogno - Là - Toccare - Resta - Incatenato - Vivere - Protendere - Raggiungerti - Desiderio - Giorno - Assenza
Immagine dissimile - Dove finisce la realtà - Maschera - Cristallizzazione
Vuoto - Immagine dissimile
Calore - Dove finisce la realtà
Impossibile - Maschera
Incatenato - Cristallizzazione
Calore - Dove finisce la realtà
Impossibile - Maschera
Incatenato - Cristallizzazione
ponte, attraversamento, fiume
Rimane tutto sotto pelle, invisibilmente,
anche senza saperlo.
Una condizione che si proietta
nell'inafferrabilità del cielo.
Collegamenti sgocciolanti...
Le immagini si rincorrono, unendosi tra loro, i simboli del viaggio...
Queste sono le parole e le forme che mi hanno portato fin qui, in un paesaggio che non ha bisogno di decifrazione, in cui il vero tesoro è la semplice e complessa ricerca.
Parole appartenenti alle figure della mappa nel loro collocamento spaziale. Tutto concorre o proviene dalla permanenza, partendo da destra per poi giungervi oppure direttamente dalla permanenza stessa per proiettarsi nel vuoto.
Tutto ciò che è qui, ora, esiste, per gettarsi altrove...